Rudy Pulcinelli racconta l’arte contemporanea in Cina

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Intervista allo scultore Rudy Pulcinelli: “In Cina mi si è aperto un mondo. C’è grande attenzione all’arte contemporanea”.

Ci parliamo mentre sta lavorando ad una delle sue ultime opere. “Sarà in acciaio corten che si ossida” spiega lo scultore Rudy Pulcinelli. La collaborazione con Travertini e Pietre risale all’inaugurazione dello showroom di Vaiano. “Nella serata di apertura realizzo un’opera per capire connessione tra arte e materiale” spiega. “Porto anche alcune opere, di cui una monumentale. L’opera che era allo showroom è stata poi venduta. Con Alberto Riccarelli sono sempre rimasto connesso. Mi sento spesso con lui perché spesso ho bisogno del materiale. Mi lego a figure come Alberto perché ho bisogno di un supporto come lui per i materiali lapidei”.

Rudy lavora con differenti materiali e si divide tra Prato e Beijing. “Avrei dovuto essere in Cina in questo momento. Ho iniziato a lavorare in Cina attraverso il figlio di un gallerista. Questo era andato in Cina per studi ma poi se n’è innamorato ed è rimasto. Lui tornò in Toscana, accompagnato da un imprenditore cinese. Insieme al console abbiamo organizzato una visita a Prato a partire dal Museo Pecci e poi c’è stato un passaggio al mio studio. Da lì è nata la scintilla”.

La prima opera a Pechino

Proprio così comincia a lavorare con la Cina e, da sette anni ad oggi, continua a lavorarci. La prima opera è stata per il Museo Tibetano di Pechino. “Scopro che c’è un dazio doganale incredibilmente alto sulle opere d’arte. Allora decidiamo di inviare in Cina tutti il materiale per realizzarla in loco. Nel giro di qualche settimana capiamo quando partire. Vado a marzo, sto un mese, realizzo, la istallo, la inauguro e torno via. In quel mese mi si è aperto un mondo”.

“La città unisce antichità e moderno. C’è sempre un fermento incredibile all’interno e una grande voglia di crescere. Ho percepito da subito anche la forte volontà di aprirsi all’arte contemporanea. Mi piace notare che non conta tanto l’artista in sé, il nome, ma il valore dell’opera: e se l’opera vale scommettono su di te”.

Anche durante l’emergenza Rudy Pulcinelli ha mantenuto un contatto costante con il Dragone. “Ho lavorato a Wuhan: è una città bellissima. Ci sono questi due grandi fiumi che la attraversano. Riconoscevo dalle immagini luoghi che ho visto. Durante questa tragedia ho ammirato l’impressionante senso civico dei cinesi. Al primo comando, la risposta è stata ineccepibile, affiancata da un servizio militare perfetto: ricordo un drone che misura la temperatura agli abitanti o i militari che portano la spesa a casa. Incredibile poi come abbiano saputo realizzare un ospedale in così poco tempo”.

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